Tecnologia

  • Il progetto SHIP - Sustainable, Healthy and Inclusive furniture and games for Parks è stato finalizzato allo sviluppo di attrezzature e tecnologie per i parchi atte a favorire la messa in campo di azioni e pratiche di sostenibilità ambientale, sociale e culturale, considerando il parco non più come semplice luogo per una utilizzazione puramente estetica e passiva, ma come spazio per costruire nuovi modelli educativi e azioni protese al benessere psicofisico e sociale dei cittadini.

    E’ stato progettato un eco-percorso costituito da elementi di arredo urbano e stazioni fitness, il tutto perfezionato per la massima accessibilità e inclusività. Il percorso è stato prototipizzato anche in scala reale presso il Parco Fornace Morandi a Padova.

    Il partenariato di progetto è composto dalle seguenti aziende:

    • COOP. SERVICES S.C.R.L.
    • EURO VENETA SRL (aderente a Veneto Green Cluster che partecipa al progetto)
    • FONDAZIONE FENICE O.N.L.U.S. (aderente a Veneto Green Cluster che partecipa al progetto)
    • GRUPPO L'INCONTRO SCSC
    • MYWOOD S.R.L.

    è stato guidato e affiancato dall’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA - Human Inspired Technology Research Centre.

    Il progetto è stato cofinanziato dalla Regione del Veneto - POR FESR 2014-2020, Bando per il sostegno a progetti sviluppati da aggregazioni di imprese ASSE 1 “RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE” AZIONE 1.1.4 “Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi” DGR n. 711 del 28 maggio 2019.

    I risultati del progetto, volti alla creazione di prodotti realizzati con materiale di recupero inclusivi, sicuri, utili al benessere degli utenti, comporteranno un incremento di competitività delle RIR Smart Manufacturing (Veneto Green Cluster), Sustainable Living (ICT for Smart and Sustainable Living, ICT4SSL), e Creative Industries (EUTEKNOS), sostenitrici il progetto. Infatti, le aziende che aderiscono a ciascuna di queste filiere produttive hanno la possibilità di interagire e condividere strategicamente il proprio know-how per la realizzazione di prodotti innovativi, accessibili, inclusivi, sicuri ed ecosostenibili. Il partenariato si configurerà dunque come un sistema aperto con l’obiettivo dichiarato di coinvolgere un gruppo sempre più cospicuo di aziende e industrie del territorio che dimostrino elevato interesse nelle macro-aree del Smart Manufacturing, Sustainable Living e Creative Industries. Tali aziende infatti dovranno possedere elevate competenze nell’ambito del design e sviluppo di prodotti e servizi che si caratterizzino in termini di sostenibilità ambientale/energetica e sociale.

    Il progetto, inoltre, rappresenta un esempio raro di transizione verso un’economia circolare in cui il modello di business riesce a coniugare gli interessi di imprese industriali, artigianali e del terzo settore, con una forte esigenza di innovazione sociale. In questo senso, SHIP può diventare estremamente significativo e di vera ispirazione per molte imprese, comprese start up innovative, che ricercano nuove opportunità di business nell’ambito dell’economia circolare.

  • Il 12 dicembre, il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo al Critical raw materials act, la proposta di regolamento finalizzato a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche, per la fornitura dei quali oggi l’Unione Europea è largamente dipendente da Paesi terzi.
    Il testo presenta 34 materie prime critiche (elementi, minerali e metalli indispensabili alla doppia transizione, ecologica e digitale) ed elenca un sottogruppo di 17 materie prime critiche definite strategiche in base a valutazioni che riguardano “l’importanza strategica, la crescita prevista della domanda e la difficoltà di aumentare la produzione”. Comprendono, tra le altre: cobalto, rame, litio, grafite naturale, nichel, alluminio, elementi delle terre rare per magneti.
  • Tramite una collaborazione tra LanzaTech, Total e L'Oréal, è stato sviluppato un nuovo sistema per produrre bottiglie in plastica. Il punti di partenza è lo sfruttamento delle emissioni di anidride carbonica tramite un processo, suddiviso in tre passaggi, uno per partner, che converte le emissioni industriali in packaging sostenibile e economico.

    Il primo passaggio è gestito da LanzaTech, realtà presente in tutto il mondo che, tra le varie attività, cattura e ricicla il carbonio dei gas di scarico. In questo caso LanzaTech cattura le emissioni di anidride carbonica di un'acciaieria tramite tecniche CCU - Carbon Capture Utilization - e le converte in etanolo. Il processo richiede l'utilizzo di batteri aceto genici: questi batteri sono in grado di vivere nei substrati di CO2 e di H2, utilizzando l'anidride carbonica come nutrimento. Come effetto del loro metabolismo si ha la produzione di etanolo.

    Il secondo passaggio vede come protagonista Total. Tramite un processo di disidratazione da loro sviluppato, l'etanolo viene convertito in etilene e poi polimerizzato in polietilene. Questo prodotto conserva le stesse caratteristiche del polietilene generato da fonti fossili.

    L'Oréal si occupa infine di trasformare il polietilene in un packaging riciclato e riciclabile per i propri prodotti.. Tutto questo rappresenta un esempio virtuoso per la realizzazione di materiale in plastica, per la promozione di sinergie industriali tra attori di diversi settori, con attenzione alla sostenibilità.
  • Da tempo si parla del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, la cui fattibilità passa ovviamente dal settore energetico. Uno degli elementi più importanti per raggiungere un bilancio climatico neutro è l'idrogeno verde, idrogeno prodotto da fonti rinnovabili. Proprio per questo la ricerca sta puntando su nuovi sistemi di produzione per l'idrogeno. Ora, con il nuovo brevetto dell'ENEA, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, si fa un ulteriore passo avanti verso la produzione di idrogeno verde.

    Come spiega Silvano Tosti, responsabile del laboratorio Tecnologie nucleari dell'ENEA, l'idea da cui si parte è la scissione della molecola d'acqua nelle sue due componenti, idrogeno e ossigeno, attraverso la decomposizione termica. Processo che, però, richiede temperature elevatissime, tra i 3.000°C e i 4.000°C. Il lavoro dei ricercatori ha portato alla realizzazione di una camera di reazione con al suo interno due membrane, una in tantalio per separare l'idrogeno, una in ceramica per l'ossigeno. In questo modo le temperature per la scissione dell'acqua risultano significativamente abbassate, fino a 1.900°C.

    Una temperatura ancora molto elevata; da qui nasce una seconda proposta: l'unione di questi reattori a membrana con impianti solari a concentrazione, in grado di raggiungere temperature più elevate rispetto ai normali impianti solari.

    Nel futuro si conta di utilizzare in maniera diretta l'energia solare per la produzione di idrogeno e ossigeno. Come afferma Tosti, il fotovoltaico trasforma circa il 20% dell'energia solare in energia elettrica e, con gli elettrolizzatori, si ha una conversione di energia elettrica in idrogeno con una efficienza vicina al 50%. Combinando i due sistemi la resa di produzione di idrogeno da energia solare sarebbe pari al 10% mentre con il nuovo brevetto di arriverebbe al 20%. Con l'ulteriore vantaggio di costi di investimento notevolmente più contenuti.
  • Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) con la Circolare direttoriale 6 dicembre 2022, n. 410823 recante “Nuova Sabatini. Termini e modalità presentazione domande per concessione ed erogazione contributi”, ha definito le modalità di presentazione delle domande di agevolazione che possono accedere alla maggiorazione del contributo del 30% prevista per gli investimenti green (Comunicato in GU n. 293 del 16-12-2022).

    La Circolare fornisce le istruzioni necessarie alla corretta attuazione dell’intervento, nonché gli schemi di domanda e di dichiarazione e l’ulteriore documentazione che le imprese sono tenute a presentare per poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla misura, con decorrenza dal 1° gennaio 2023.

  • Il PET - Polietilene Tereftalato - è la seconda tipologia di plastica più utilizzata in tutto il mondo. La raccolta, con il successivo trattamento di recupero, rappresenta un mercato già ben radicato in varie aree, principalmente in Europa, Stati Uniti e Giappone e oggigiorno sta prendendo il via anche in Cina.

    La lavorazione tradizionale dei rifiuti in PET ha per sua natura dei limiti e comporta delle problematiche non di poco conto. Innanzi tutto il trattamento, al giorno d'oggi, avviene esclusivamente mediante processi meccanici finalizzati al riutilizzo del materiale. Il prodotto, tramite questa lavorazione, tende naturalmente a degradarsi; se a questo aggiungiamo l'eterogeneità dei rifiuti solidi in plastica e la difficoltà nel separarne i vari tipi, il prodotto finale sarà di qualità bassa.

    A questo punto parte del materiale, quello più complesso e degradato, sarà smaltito in discarica o bruciato nei termovalorizzatori.

    Il progetto DEMETO - Depolymerization by Microwave Technology - rappresenta forse la nuova via per il trattamento dei rifiuti in PET. Sostenuto da 13 diversi partner europei, guidati da GR3N, azienda proprietaria del brevetto, all'interno del programma Horizon 2020, offre in alternativa al classico trattamento meccanico del rifiuti, la possibilità di effettuare un trattamento di recupero chimico efficiente.

    A differenza dei tradizionali metodi di trattamento chimico, poco convenienti, l'utilizzo delle micro onde richiede un costo e un tempo di lavorazione minore, ridotto da 180 a 10 minuti, con notevoli vantaggi; in particolare la possibilità di scindere la plastica nelle sue due componenti- Glicole Etilenico e Acido Tereftalico - così da poter formare nuovi polimeri vergini. Un processo che dona una vita potenzialmente infinita al PET.

    La convenienza derivante da questo metodo è evidente: necessità azzerata di nuovo materiale vergine e un impatto ecologico di gran lunga minore. Secondo il Life Cycle Assesment si ha una riduzione nella produzione di CO2 e del consumo di energia rispettivamente del 60 e 68%.

    Allo stato attuale, dopo una fase di sperimentazione durata tre anni, GR3N è alla ricerca di investitori per aprire un impianto pilota a grandezza naturale, per una fase che durerà tre anni.
  • Chi lavora nel recupero e trattamento dei rifiuti, di qualunque tipologia essi siano, sa bene come le impurità siano problematiche e difficili da gestire. Se il materiale da lavorare è ricco di impurità, le conseguenze possono essere una scarsa qualità del prodotto rigenerato/recuperato o, addirittura, l'impossibilità di recuperarlo.

    Il progetto Saturno è un percorso avviato nel 2019, dalla durata di 30 mesi, finanziato dalla regione Piemonte con 13,6 milioni di euro. Tra gli attori coinvolti nel progetto ci sono partner industriali quali, ad esempio, Gaia Spa e partner accademici come il Politecnico di Torino. Il progetto è partito dalla realizzazione di una bioraffineria per il trattamento e la conversione dei rifiuti organici e della CO2 in biocarburanti, biofertilizzanti e prodotti biochimici. Più in generale l'obiettivo del progetto è lo sviluppo di un approccio integrato e circolare della produzione.

    Nell'ambito del progetto due partner, Gaia Spa e Entsorga, hanno progettato e collaudato un nuovo prototipo di selettore ottico.

    Il materiale in ingresso all'impianto di riferimento è costituito principalmente da FORSU - Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani -; all'interno di questi rifiuti, inevitabilmente, sono presenti delle impurità di tipo plastico, impurità che portano a un prodotto finale - parliamo di un processo di compostaggio - di scarsissima qualità. Secondo le ultime analisi merceologiche effettuate da Gaia, il materiale ha all'interno mediamente il 14,2% di impurità.

    Con il nuovo macchinario sarà possibile riconoscere e separare il materiale. Il sensore ottico, infatti, è in grado di riconoscere i diversi polimeri plastici così da permettere poi la separazione dalla frazione organica; il materiale plastico sarà poi utilizzato dai diversi partner di progetto per ulteriori processi sperimentali di riciclo.
  • La Commissione ha pubblicato un nuovo report del JRC (Joint Research Centre) dal titolo “Exploring foresight scenarios for the EU bioeconomy".
    Il documento si configura come la sintesi di quanto emerso in seguito ad una riflessione strategica sulla bioeconomia, effettuata nel corso del biennio 2022-2023, attraverso uno strumento innovativo costituito da un gioco di ruolo che ha coinvolto 100 soggetti appartenenti al settore (esperti e non esperti), provenienti da 17 paesi diversi, per esplorare i possibili sviluppi della bioeconomia entro il 2050 all’interno di 4 scenari predefiniti.
    L’esercitazione ha voluto far emergere i futuri fattori abilitanti per una bioeconomia sostenibile. Il risultato ha portato all’elaborazione di raccomandazioni al fine di contribuire all’aggiornamento della strategia dell’UE da sviluppare nel corso del 2024:
    • costituire un quadro politico consistente, stabile e coerente;
    •promuovere la collaborazione trai soggetti interessati nel settore;
    •costruire azione inclusive e rivitalizzanti;
    •investire in opportunità di apprendimento e di sviluppo;
    •sbloccare gli investimenti;
    •coinvolgere i cittadini nel processo decisionale.
    Ne consegue l’elaborazione di una strategia che miri a realizzare una visione a lungo termine di una bioeconomia sostenibile, proiettando i risultati al futuro fino al 2050.

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