Dal 1° agosto al 6 novembre 2025, la Commissione Europea ha promosso una consultazione pubblica sul Circular Economy Act, il nuovo quadro legislativo destinato a costituire uno dei capisaldi della politica industriale europea nei prossimi anni. Si tratta di una proposta di grande portata, concepita per consolidare il ruolo dell’Europa come punto di riferimento mondiale nella circolarità, con l’intento di eliminare ostacoli normativi, incentivare l’impiego di materie prime seconde di alta qualità e potenziare i meccanismi di responsabilità estesa del produttore (EPR), capaci di attivare filiere sostenibili.

Il Circular Economy Act non si limita a definire un semplice impianto normativo, ma inaugura un vero e proprio cambiamento di prospettiva, stabilendo criteri uniformi per i materiali riciclati in modo da garantirne standard qualitativi e tracciabilità, e rafforzando il ricorso agli appalti pubblici verdi, valorizzando il peso della domanda pubblica come leva per accelerare la transizione e stabilizzare i mercati dei prodotti circolari. Inoltre, esso intende promuovere ricerca e investimenti in tecnologie di riciclo avanzato e in modelli imprenditoriali basati sulla rigenerazione.

Per il tessuto produttivo, questo nuovo pacchetto legislativo rappresenta una duplice sfida: da una parte, l’adattamento a normative e parametri più rigorosi; dall’altra, la possibilità di accedere a mercati più competitivi e resilienti. I comparti manifatturiero, chimico, elettronico e tessile saranno chiamati a ripensare processi e catene di fornitura, integrando principi di eco-design, riutilizzo e recupero. Per le imprese più innovative ciò può trasformarsi in un vantaggio strategico, poiché anticipare l’offerta di soluzioni conformi e avanzate in ambito europeo può tradursi in una posizione di leadership sul mercato.

Il percorso di consultazione, aperto a istituzioni, imprese, organizzazioni di categoria, università e cittadini, risponde a una logica partecipativa poichè la costruzione di una normativa realmente efficace richiede ascolto e dialogo. L’obiettivo è quello di trasformare le esigenze dei territori e delle filiere industriali in regole concrete, colmando la distanza tra indirizzo politico e realtà produttiva.
L’economia circolare si configura così non soltanto come strategia ambientale, ma anche come strumento industriale e geopolitico. L’Europa punta a ridurre gli sprechi, aumentare il valore generato e rafforzare la propria autonomia, in un contesto globale che impone sicurezza energetica e indipendenza nelle materie prime critiche.

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