Sono stati pubblicati dalla Commissione Europea i contributi ricevuti durante la consultazione pubblica dell’iniziativa “Verso una bioeconomia circolare, rigenerativa e competitiva“, volti a sviluppare una nuova Strategia dell’UE per la Bioeconomia.

La consultazione si è svolta dal 31 marzo al 23 giugno 2025 ed è stata aperta a cittadini, imprese, organizzazioni e altri stakeholder. Le risposte che sono state pervenute sono risultate essere 362 , mentre i dati elaborati illustrano che i Paesi con il maggior numero di contributi sono stati Belgio (88), Germania (62), Francia (40), Paesi Bassi (26) e Italia (23). I contributi hanno messo in evidenza la necessità di orientare la nuova strategia verso una maggiore circolarità delle catene del valore, una produzione sostenibile delle biomasse e un ruolo più incisivo nella lotta ai cambiamenti climatici, senza trascurare la competitività globale dell’Unione e il rafforzamento della biotecnologia e della biomanifattura.

Tra i partecipanti alla consultazione pubblica, le categorie più rappresentate sono state le associazioni imprenditoriali (28%) e le aziende/imprese (24%), mentre le organizzazioni non governative (ONG) e gli istituti accademici o di ricerca hanno partecipato in misura minore (rispettivamente 11% e 10%).
Il documento fornisce un resoconto neutro e conciso delle opinioni espresse, ed evidenzia che, secondo i partecipanti alla consultazione pubblica, la nuova Strategia dell’UE per la Bioeconomia dovrebbe puntare principalmente a:
  1. aumentare la circolarità nelle catene del valore della bioeconomia (63%)
  2. promuovere la produzione e l’uso sostenibile della biomassa, per contrastare la perdita di biodiversità (56%)
  3. contribuire alla mitigazione e all’adattamento climatico (55%)
  4. rafforzare la competitività globale della bioeconomia europea (44%)
  5. sostenere i settori delle biotecnologie e della bioproduzione nell’UE (40%)
Sono emerse, tuttavia, anche numerose criticità che rischiano di ostacolare lo sviluppo della bioeconomia europea. Tra queste si segnalano la frammentazione normativa tra livello nazionale e comunitario, la complessità dei requisiti regolatori, la concorrenza sleale dei prodotti fossili rispetto a quelli bio-based e la lentezza delle procedure amministrative. I partecipanti hanno sottolineato l’urgenza di un maggiore coordinamento normativo e di politiche più armonizzate, capaci di ridurre gli oneri burocratici e garantire condizioni di mercato più eque.

Accanto alle sfide, la consultazione ha evidenziato anche le principali opportunità di crescita e innovazione: i progressi nelle biotecnologie e in agricoltura, lo sviluppo di biomateriali alternativi alla plastica, i biocarburanti avanzati e nuove soluzioni energetiche sostenibili, fino all’espansione di settori emergenti oltre l’ambito medico e alimentare.
Nel complesso, il rapporto dimostra come vi sia un consenso diffuso sulla necessità di una strategia ambiziosa, capace di integrare sostenibilità ambientale, sviluppo economico e inclusione sociale. La fase di programmazione 2021-2027 è considerata decisiva per trasformare le sfide globali in opportunità concrete di crescita e per consolidare il ruolo della bioeconomia come pilastro della transizione verde europea.

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