Rifiuto

  • La Commissione Europea ha pubblicato un documento di 75 pagine con FAQ per rendere più comprensibile e accessibile la tassonomia UE, un sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili. Questo strumento mira a ridurre gli oneri amministrativi delle imprese nell’ambito della finanza sostenibile e a chiarire l’applicazione dei requisiti generali, dei criteri tecnici e del principio “Non arrecare danni significativi” (DNSH), garantendo che le attività economiche non compromettano gli obiettivi ambientali della tassonomia.

    Mairead McGuinness, commissaria per i servizi finanziari, sottolinea l’importanza di queste linee guida per orientare gli investitori e facilitare la transizione sostenibile delle imprese, migliorando l’utilizzo della tassonomia. Le FAQ forniscono indicazioni su aspetti fondamentali come interoperabilità con la direttiva sulla rendicontazione CSRD e standard ESRS, criteri tecnici per obiettivi ambientali, chiarimenti sul DNSH e trasparenza nella rendicontazione. Si enfatizza l’importanza di verifiche periodiche da parte di terzi per assicurare conformità.

    Per supportare ulteriormente le imprese, la Commissione ha creato un sito web educativo con strumenti utili come:

    • Bussola della tassonomia dell’UE, che rappresenta visivamente settori, attività e criteri;
    • Calcolatore della tassonomia, una guida per gli obblighi di comunicazione;
    • Archivio FAQ;
    • Guida per l’utente, per semplificare i concetti anche ai non esperti.

    Nonostante i contenuti chiari, la fruibilità del sito rimane limitata, rischiando di ostacolare l’attuazione pratica. Le norme della tassonomia, in vigore dal gennaio 2024, mirano a offrire un quadro di riferimento per investitori e aziende, proteggere dal greenwashing e accelerare il finanziamento di progetti sostenibili, ma l’applicazione resta disomogenea tra i 27 Stati membri.

  • L’Albo ha recentemente emanato i seguenti provvedimenti:
    •    Circolare n. 10/2021 con cui ha comunicato che sarà cancellato d’ufficio il codice EER 070218 “scarti di gomma” da tutte le autorizzazioni delle imprese iscritte all’Albo che lo ricomprendono;
    •    Delibera n. 11/2021 che riporta i modelli con cui la Sezione regionale formalizza all’impresa interessata i provvedimenti di iscrizione o diniego d’iscrizione al registro delle imprese che intendono svolgere l’attività di raccolta e trasporto dei rifiuti costituiti da materiali metallici avviati alle operazioni di recupero.
  • Il MiTE ha pubblicato sul proprio sito internet il bando per dare piena attuazione al decreto n. 360 del 2 settembre 2021 (cd. Decreto “Mangiaplastica”). Ricordiamo che con il decreto in parola vengono stanziati 27 milioni di euro ai Comuni italiani per contenere la produzione di rifiuti in plastica attraverso l’utilizzo di eco-compattatori, favorirne la raccolta differenziata e migliorarne il riciclo in un’ottica di economia circolare.
  • La partecipazione al Convegno è gratuita. Con l'iscrizione potrai accedere gratuitamente alla FIERA di Verona durante l'evento Progetto Fuoco.

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    Obiettivi del Convegno
    Molte Regioni italiane dispongono di un patrimonio forestale valorizzato parzialmente per molteplici cause.

    La possibilità di valorizzare l’estrazione di biopolimeri dalle biomasse forestali è un tema dibattuto e affrontato sotto diversi profili, che certamente può avere un impatto sia macroeconomico molto ambizioso, quale alternativa alla produzione di plastiche prettamente di origine fossile sia microeconomico, quale risorsa per una filiera produttiva dislocata in aree spesso marginali in cui tipicamente sono presenti i boschi. Ovviamente qualsiasi ipotesi deve rispettare i principi della sostenibilità.

    In particolare la biomassa lignocellulosica è un materiale vegetale che include colture dedicate di legname ed erba e materiali di scarto dell’agro-forestazione. Si tratta inoltre della singola risorsa rinnovabile più abbondante al mondo, disponibile tutto l’anno, che non necessita di occupare ulteriori spazi oltre a quelli di cui già dispone, sotto forma di foreste spesso certificate. In confronto ad altre materie prime lignocellulosiche, le materie prime basate sul legno per le bioraffinerie dispongono del maggiore potenziale di sostituzione dei composti derivati da combustibili fossili nell’industria chimica.

    Alla luce delle citate premesse, il convegno intende dare una risposta alle seguenti domande: è conveniente, oggi, investire nella creazione di catene del valore competitive basate su materie prime lignocellulosiche? Quali sono i principali vincoli o barriere di questa prospettiva (gap tecnologici, organizzativo/produttivi, strutturali e/o infrastrutturali)? La facilità di trasformazione di sostanze di origine fossile, l’ampia disponibilità e il prezzo di mercato, sono i principali deterrenti agli investimenti per la produzione di biopolimeri?

    Con il presente convegno si vuole quindi fare una fotografia dello stato dell’arte, ed approfondire le reali possibilità che le biomasse forestali possano diventare un’abbondante materia prima industriale alternativa alle fossili.